Da qualche settimana è impazzata in
rete la notizia della “tassa sui climatizzatori”, a
cavalcare la notizia e ad aizzare il furore popolare ci hanno pensato
i tanto amati politici. In realtà chi ha un climatizzatore in casa
non deve preoccuparsi di dotarsi di libretto di manutenzione, almeno
non tutti.
La presunta tassa sui condizionatori
è in realtà una direttiva europea dell'era Monti ed è
stata votata anche da chi ora sbandiera slogan rivoluzionari, il fine
di questa legge non è tassare le famiglie ma garantire l'efficienza
e diminuire i consumi energetici di grandi condizionatori.
I fantomatici 200 euro a famiglia
annui da
spendere per dotare il proprio impianto di climatizzazione di
libretto sono quindi una burla, almeno per quelle persone che
vivono in appartamenti di dimensioni “normali”. La potenza sotto
cui si può stare tranquilli è 12 KW, in pratica se si abita in meno
di 160 mq non si dovrà avere il libretto del condizionatore e non si
potrà obbligare il proprietario a manutenere regolarmente la
macchina.
La nuova tassa sui condizionatori
dovrebbe servire a tenere sotto controllo gli sprechi energetici e le
emissioni di CO2 di locali commerciali o comunque di superfici
coperte molto ampie, le abitazioni non sono quindi totalmente esenti
da questo balzello burocratico ma chi si può permettersi di abitare
in case o appartamenti molto grandi non ci farà molto caso.
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