Il tappeto ha origini lontane, si è soliti associarlo alla Persia anche se furono proprio i persiani a darne molto risalto non furono loro i primi a produrlo.
I tappeti egiziani (o tappeti di damasco) furono molto graditi dai mercanti veneziani che ne commercializzarono molti in giro per i porti, i loro disegni con motivi geometrici stilizzati sono arrivati fino ad oggi.
Tappeto Konia XVII secolo
In India nel corso degli anni migrarono molti degli artigiani persiani che tramandarono le loro conoscenze nel campo degli arazzi e dei tappeti, nei tappeti si raffiguravano scene di caccia ed elementi naturalistici.
Nel corso dei secoli il tappeto fu fabbricato anche nelle nazioni europee con motivi diversi da quelli orientali e nel ‘900 con l’arrivo dell’era industriale si perse molto dell’artigianalità a causa della meccanizzazione.
Tappeti orientali
Tappeto persiano
- Prevalgono disegni floreali di caccia ed alcuni rappresentano delle novelle
Tappeto persiano
Tappeto berbero
- I tappeti berberi sono realizzati con colori molto accesi, i disegni geometrici sono asimmetrici e si utilizzano lane di grosso spessore
Tappeto berbero
Tappeto turco
- Sono realizzati con disegni di figure geometriche asimmetriche con prevalenza di colori come l’azzurro, il giallo ed il verde
Tappeto turco
Tappeto cinese
- I tappeti cinesi sono facilmente distinguibili, sono raffigurate scene con dragoni che tra l’altro si ritrovano anche sulle loro fini ceramiche
Tappeto cinese
Di cosa è fatto il tappeto
La materia prima utilizzata per la realizzazione di un tappeto è generalmente lana (pecora, capra o cammello) ma non è difficile trovare realizzazioni di cotone e seta, viene sapientemente intrecciata realizzando due tipi di nodo il nodo simmetrico Turkibaf (nodo turco) e il nodo asimmetrico Farsibaf (proveniente dagli artigiani persiani), il nodo jufti ilmesh è un nodo realizzato per confezionare tappeti di modesta qualità, la percentuale di nodi su cm2 ha una rilevanza nella stima di un tappeto anche se non è una caratteristica fondamentale, in alcune regioni venivano impiegati materiali nobili come il lino o la canapa ma erano destinati a pochi e solo su ordinazione.
La realizzazione con materie prime come oro, argento veniva richiesto a grandi artisti del tempo ed era destinato a grandi moschee o palazzi di potenti.
Colorazione delle fibre di un tappeto
La colorazione della lana veniva eseguita utilizzando tinte proveniente dal mondo vegetale, la lana veniva imbevuta di un fissante e poi immersa nel colore, se il colore non bastava più ed il tappeto doveva ancora essere completato allora si doveva fare della nuova tintura che non colorava mai la lana dello stesso colore, questo strano effetto cromatico non è una discriminante negativa ma anzi un elemento preso in considerazione da chi valuta l’opera.
Le tinte di origine vegetale erano ricavate da alcune bacche, bucce di frutta o foglie, i colori scuri come il nero venivano estratti da un minerale ed era l’unica tinta non di origine vegetale, solo con l’avvento dell’era industriale si fece uso di coloranti minerali, i coloranti vegetali anche se di maggior pregio e durata vennero gradualmente accantonati per questione di costi.
Lavaggio del tappeto antico
Un tempo veniva pulito con acqua ed aceto e poi trascinato su un prato rugiadoso, oggi a causa della poca presenza di prati e di qualcuno che si improvvisa a scendere in un parco per trascinare un tappeto si utilizzano tecnologie più performanti.
Se il tappeto è di pregio occorre lavarlo con ammorbidente ed un prodotto antitarma, ovviamente non in lavatrice ma lo si deve affidare ad una lavanderia di fiducia, se il colore viene meno in alcuni punti è bene pretrattare con un fissativo la zona interessata.
Il tappeto di pregio deve essere consegnato alla lavanderia di fiducia e bisogna assicurarsi che sappiano come lavarlo, il lavaggio consiste in acqua, shampoo ed un prodotto contro le tarme, se necessario si può effettuare un processo con un deossidante o rilucente con acido acetico.
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