lunedì 5 marzo 2012

Acqua di rubinetto o in bottiglia?

L'acqua di rubinetto è potabile e quindi può essere bevuta tranquillamente, negli altri paesi europei si è soliti aprire un rubinetto e riempire un bicchiere d'acqua per essere consumato in Italia le cose non vanno cosi, vediamo perché.

L'Italia è seconda solo al Messico per il consumo di acque minerali ed in Europa abbiamo il primato, secondo una statistica del 2009 un italiano consuma annualmente 192 litri di acqua minerale all'anno, il consumo dalla bottiglia però non è tanto salutare sia da un punto di vista ambientale che medico.

Le acque minerali si trovano sugli scaffali dei supermercati ma per arrivare lì è necessario portarcele, dal momento che il trasporto merci in Italia è quasi totalmente su gomma bere acqua di rubinetto risparmierebbe migliaia di tonnellate di CO2 e un bel gruzzoletto a fine anno.


L'errore comune dei sostenitori dell'acqua in bottiglia è che sia sicura e faccia meno male dell'acqua di rubinetto, analisi di laboratorio hanno dimostrato come il contenuto di metalli pesanti dell'acqua di rubinetto sia ampiamente nei limiti di legge mentre alcune acque minerali questi valori li abbiano superati ampiamente e tra l'altro c'è da segnalare anche la presenza di elementi indesiderati come solfuri, arsenico, composti azotati e clorati.

Ciò che spesso porta il cittadino a consumare acqua minerale è il sapore dell'acqua di rubinetto, il cloro ad esempio viene aggiunto la dove si necessità disinfezione delle acque e l'odore ed il sapore sono sgradevoli, in altri casi condutture vecchie e serbatoi di accumulo conferiscono colore e sapore sgradevole ed in alcuni casi si possono verificare inquinamenti da microorganismi.

Una prima analisi da eseguire per verificare la potabilità dell'acqua di rubinetto è la presenza di sostanze organiche in sospensione, tale tipo di analisi si effettua in laboratorio e consiste nel lasciar depositare il residuo di un quantitativo prefissato di acqua, l'esperimento può essere eseguito anche in casa prendendo un contenitore trasparente e pulito ed osservare le sostanze che galleggiano o che presentano dimensioni insolite.

Per verificare altre caratteristiche chimico-fisiche delle acque si procede alla misura del pH e della durezza, per chi possiede un acquario saprà già di cosa si parla, con il termine durezza si misura la presenza di carbonato di calcio (o di magnesio) disciolto in acqua, questo composto sgradevole è anche quello che rende opaco il lavabo e lascia quel residuo calcareo, la durezza si misura in gradi francesi, se l'acqua ha durezza 1 vuol dire che in un metro cubo di acqua è presente un grammo di carbonato di calcio.

Per eliminare la durezza temporanea si ricorre all'ebollizione dell'acqua mentre per quella permanente tale procedura è inutile e la si può abbattere solo trattando l'acqua con il metodo chiamato addolcimento.

Il pH invece è la concentrazione dello ione idrossonio e viene misurato in scala logaritmica, il suo valore varia da 0 a 14 ed il valore 7 indica la neutralità, se l'acqua presenta valori molto distanti dalla neutralità allora meglio non berla.

Il metodo più comune per abbattere il sapore e l'odore che possono avere le acque dell'acquedotto è filtrarle con un filtro a carboni attivi, per evitare di bere acqua non più filtrata correttamente è bene istallare un contalitri in modo da essere sicuri che il filtro compia ancora la sua funzione principale.

Un altro apparecchio solitamente impiegato nei laboratori o dove l'acqua necessita di elevata sicurezza è la lampada a raggi UV, all'interno di un bulbo chiuso e scuro viene fatta passare l'acqua dopo la filtrazione, l'esposizione ai raggi UV è un ottima sicurezza contro l'inquinamento batterico.

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